
Ottenuto dalle bacche dell'omonimo arbusto, il liquore di mirto è considerato il simbolo della Sardegna. Di origini antichissime, questa pianta, venne assunta dalla dea greca Afrodite (Venere per i Romani) come simbolo dell'amore e della bellezza e gli stessi Romani, riconoscendone le proprietà medicamentose, conferirono a questa pianta una sacralità tale che finirono col chiamare Roma "la città del mirto". In Sardegna, il liquore di mirto, la cui produzione inizia probabilmente intorno al 1800, era destinato, sino a pochi decenni fa, all'auto-consumo familiare: è solo, infatti, a partire dalla fine del secolo scorso che alcune aziende locali diedero inizio ad una produzione e commercializzazione su vasta scala.
Tra queste ultime si colloca la Zedda Piras, l'azienda isolana affermatasi in questo settore anche in campo internazionale, che si avvale, nel processo produttivo, di un cospicuo numero di raccoglitori di Olmedo, il cui territorio è tra i più ricchi di arbusti di mirto. Proprio a Olmedo è in corso una sperimentazione scientifica ad opera della Flora & Pietre s.r.l. in collaborazione con l'Università di Sassari, per la produzione biologica di 20 specie selezionate di mirto, al fine di ottenere bacche ricche di essenze e prive di residui chimici.
Il liquore di mirto è ottenuto dalla macerazione delle bacche (mirto rosso) e, solo recentemente, dall'infusione delle foglie (mirto bianco) nell'alcool puro, con l'aggiunta di acqua e zucchero, senza alcun additivo o conservante. Il risultato è un prodotto dal profumo intenso e aromatico e dal sapore dolce-amaro.
Servito tradizionalmente a fine pasto a temperatura ambiente, è oggi gustato ghiacciato per esaltarne le proprietà organolettiche.