Il vino

Il ritrovamento di alcuni resti di brocche da vino provenienti dall'area micenea farebbe risalire l'introduzione in Sardegna di questo alimento al XIV secolo a.C., ma furono sicuramente i Cartaginesi a dare inizio alle prime significative coltivazioni viticole, che durante la colonizzazione romana ebbero un notevole incremento. Bisogna, tuttavia, attendere il periodo giudicale per vedere il vino, così come la pastorizia, al centro dell'economia isolana. In questo periodo i vigneti assunsero un carattere quasi sacrale, come testimonia la "Carta de Logu" di Mariano IV ed Eleonora d'Arborea, che contemplava persino il taglio della mano destra in caso di sradicamento dell'altrui vigneto. Oggi, i vini isolani sono una realtà consolidata, apprezzati in diversi paesi del mondo, grazie alla presenza di importanti realtà produttive, tra le quali soprattutto la Sella & Mosca S.p.A., i cui vigneti sono localizzati tra Alghero e Olmedo. In molte zone della Sardegna, tuttavia, sopravvive ancora la produzione a livello familiare, così come a Olmedo dove è molto diffusa la coltivazione di piccoli vigneti destinati prevalentemente all'auto-consumo. I vitigni più diffusi sono il rosso "Cannonau", e il bianco "Vermentino". Il primo, introdotto in Sardegna dagli Aragonesi, pur differenziandosi in rapporto alle zone di produzione, presenta in genere un colore tra il rosso rubino e il granato, un profumo fruttato di prugne e more e un gusto secco, caldo e morbido, con retrogusto amarognolo. Si abbina facilmente alle pietanze di carne e ai formaggi di media stagionatura. Il Vermentino, anch'esso di origine spagnola, di colore giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli, dal profumo fruttato di mela e floreale di acacia e dal gusto leggermente acidulo, secco, ma morbido, trova nelle pietanze a base di pesce e crostacei, di carni bianche e di formaggi non stagionati il suo abbinamento ideale.

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